Sfogo!

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aronoele21
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Sfogo!

Messaggio da aronoele21 »

Sto ultimando la tesi sull'anzianità attiva, per questo questa mattina sono stata a parlare con la responsabile gestionale dell'Ufficio di Piano, dalla quale mi sono sentita dire che:
- Noi rispondiamo solo ai bisogni degli anziani non autosufficienti
- Gli anziani attivi sanno trovarsi da soli le attività da fare o comunque ci sono già abbastanza associazioni che se ne occupano (si parla di una comunità montana sul lago di como...)
- Che i nuovi anziani sanno godersi la vita anch perchè economicamente non sono messi male
- Che se non c'è una normativa che riguarda gli anziani autonomi è perchè non necessitano di nessun riguardo particolare, che differenza c'è tra un 70enne e un 20enne?
- Che è ormai superata la logica del prevenire oggi per non averli in carico ai servizi un domani.
Voi che ne pensate?
Ha ragione su tutta la linea?
MonicaB
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Re: Sfogo!

Messaggio da MonicaB »

La mia riflessione è questa: perché dobbiamo creare un bisogno in chi non ce l'ha? Necessariamente un anziano necessita di assistenza solo per il fatto di essere anziano?
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ugo.albano
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Re: Sfogo!

Messaggio da ugo.albano »

Sul tema feci lo scorso anno uno speciale sul giornale del SUNAS.

A mio modo di vedere la "terza età attiva" esplicita bisogni, eccome, inoltre ha una potenzialità economica di tutto interesse che dovrebbe spingere i servizi di mercato a fare proposte.

Il problema è semplicemente questo: gli aa.ss. sono normalmente impiegati nella "non autosufficienza", fanno quindi fatica a concepirsi su servizi che non siano riparativi.

Il problema è pure questo: i servizi pubblici si rivolgono SOLO agli anziani non autosufficienti.

Nel distinguere quindi le cose inquadriamo meglio le potenzialità del servizio sociale nel campo degli anziani attivi.
Ugo Albano

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aronoele21
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Re: Sfogo!

Messaggio da aronoele21 »

Sbaglio o nel nostro codice deontologico viene anche detto che oltre a rispondere a dei bisogni dobbiamo promuovere il benessere?
Non voglio creare un bisogno dove non c'è, ma penso esista anche la prevenzione!
La mia idea è quella di dare la possibilità a chi lo vuole, di essere impegnato in un'attività utile per se stesso e per gli altri...
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Re: Sfogo!

Messaggio da ugo.albano »

Questa riflessione è molto interessante. Si tratta infatti di due culture dell'aiuto.

LA PRIMA, basata sul busogno ( = carenza), per cui le persone (= poveri) si rivolgono all'assistente sociale che cerca di colmare la carenza. Così sono i servizi pubblici.

LA SECONDA , basata sulla promozione dell'agio, in cui i cittadini (paganti) si rivolgono al mercato per proseguire in modo attivo la loro vita. Parliamo quindi di servizi per il benessere a cui solo il mercato dà risposta. Ciò per tanti motivi (pure politici) che qui non voglio elencare.

Sono due concezioni diverse. Certo è che gli assistenti sociali in maggioranza sono sul primo paradigma, anche se all'università si parla del secondo. Il motivo è semplice: l'università forma "dipendenti pubblici", mentre tralascia la formazione sull'autoimprenditoria (vedi libera professione).

Insomma, che vuole orientarsi verso un servizio sociale agli anziani "attivi", deve/può farlo solo come impresa.
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Re: Sfogo!

Messaggio da Nazg »

Penso che l'ass.soc. abbia purtroppo poco tempo da dedicare all'agio, ma non per questo non è un ambito di lavoro da escludere.
Anzi potrebbe essere una funzione dell'ass.soc. stimolare gli anziani "attivi" ad esserlo veramente, cioè a sentirsi coinvolti sia per l'attivazione di attività dedicate alla fascia over 65 anni, sia per l'attivazione di iniziative per altre fasce della popolazione.
Insomma anziani attivi come risorse, come "collaboratori" dei servizi sociali per arrivare dove l'operatore non ce la fa.... non vi pare che questo faccia parte del lavoro di comunità? 8)
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