Assistente sociale in Calabria...semplice impiegato?

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Artamanen
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Assistente sociale in Calabria...semplice impiegato?

Messaggio da Artamanen »

Ciao a tutti, avrei una domanda da rivolgere magari a chi lavora già da un pò...e soprattutto a chi è capitato di fare qualche esperienza lavorativa anche giù in Calabria.
Io sono una laureanda, e mi sono sempre sentita dire che in Calabria non esiste l'assistenza sociale in quanto ancora manca l'attuazione di una legge del settore....molte colleghe mie, finiscono il percorso di studi con la convinzione di non voler mai svolgere la professione di assistente sociale, in quanto ciò che hanno appreso nella loro carriera universitaria è servito solamente a farle cambiare idea in negativo! ( L'assistente sociale è una professione mortificante, che si nasconde dietro un finto buonismo e si rivela essere una professione esclusivamente burocratica!). Io per fortuna o purtroppo non condivido i loro pensieri ma non nego che tutta questa situazione ha creato in me molta confusione! E' vero che l'assistente sociale finisce con l'essere soltanto una semplice impiegata dello Stato? E che questa professione non potrà mai essere vista come uno strumento per cambiare lo stato negativo delle cose che ci circondano? E questa situazione, questo pessimismo...è da attribuirre solamente (almeno in Calabria) ad una lacuna legislativa? Vi prego...ho bisogno di sapere come la pensate a riguardo!
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ugo.albano
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Re: Assistente sociale in Calabria...semplice impiegato?

Messaggio da ugo.albano »

Carissima,

la questione non è solo calabrese, ma nazionale. Non dipende solo da leggi o altro, ma dagli stessi assistenti sociali.

Chi ti scrive lavora in Emilia-Romagna e pure da noi la tendenza è così.

C'è da una parte un preciso indirizzo: l'assistente sociale risponde ad un bisogno burocratico-erogativo-di controllo degli Enti Pubblici. Servono quindi "addette burocratiche" e non esperti di relazioni di aiuto. In tal senso vengono di conseguenza scritte le Leggi. In tal senso le Università stanno formando. In tal senso poi le colleghe lavorano. In tal senso gli stessi Ordini comunicano.

Dall'altra ci siamo "noi storici". Formati in un'epoca in cui l'assistente sociale doveva essere esperto di relazioni e non di carte, ci troviamo in non poca difficoltà proprio con le colleghe giovani. Ci troviamo con non poca difficoltà con gli Enti, in cui medici e politici si aspettano "burocrati". Ci troviamo davvero male nel vedere che il fatto che siamo solo burocrati ci viene scritto pure sulle Leggi Regionali a chiare lettere. Soffriamo nel vedere che i sistemi premianti facilitano la carriera delle "passacarte".

Che dirti? Lavori in corso. E' già tanto se ne parliamo tra di noi.
Ugo Albano

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Re: Assistente sociale in Calabria...semplice impiegato?

Messaggio da Artamanen »

Grazie tante Ugo! Non so se sentirmi sollevata sapendo che questa realtà non è solo Calabrese o sentirmi preoccupata. Da quanto ho capito il servizio sociale negli ultimi tempi sente l'esigenza di rinnovarsi o adeguarsi ai mutamenti anche repentini della società. Io penso che in questo momento è molto importante che si crei un dialogo tra noi "giovani assistenti sociali" con voi "assistenti sociali storici", perchè abbiamo molto da imparare gli uni dagli altri.
E' vero la società oggi richiede che gli assistenti sociali siano più burocrati-esperti di legge che esperti in relazioni d'aiuto...ma io penso...perchè non mettere assieme le due cose? O meglio perchè non formare assistenti sociali esperti di diritto ma che sappiano utilizzare queste conoscenze giuridiche per poter meglio formare una relazione di aiuto?
Pensi che sia possibile tutto questo?
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ugo.albano
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Re: Assistente sociale in Calabria...semplice impiegato?

Messaggio da ugo.albano »

Io credo che il problema sia solo questo: l'assistente sociale italiano cosa vuole essere?

Pensa che di fronte a questa necessità (perchè ognuno ha la sua definizione, il suo metodo, il suo obiettivo) qualche anno fa facemmo una ricerca in tutta Italia ed organizzammo alla fine una consensus-conference. Ma la cosa non fu capita. E quel che è peggio, l'Ordine Nazionale fu assente.

Capiamoci con un esempio. Per un meccanico lo spinterogeno è la stessa cosa sia a Catanzaro che ad Aosta; può esserci un'inflessione dialettale, ma è LA STESSA COSA. Altro esempio: se un ingegnere fa un ponte sia a Caltanissetta che a Bolzano, usa per entrambi i ponti i MEDESIMI METOSI PROGETTUALI e realizzativi (cemento e tondini sono in entrambi).

E veniamo al nostro problema. L'assistente sociale in Italia cambia nella definizione e nei contenuti operativi, finanche nel lessico che usa, a seconda della regione in cui vive. Dov'è il problema? Che se io capito in un welfare burocratico, la mia stessa identità diventa burocratica. O se capito in un ente di controllo, il mio stesso metodo diventa di controllo. Ciò è possibile perchè L'IMPIANTO FORMATIVO e' debole e non dà identità e competenze. E quindi CI SI ADATTA al contesto che capita.

Ma possibile mai che oggi, 2010, il colloquio a Trento è una cosa e a Reggio è un'altra? E' possibile mai che (per esempio), segretariato sociale per un collega significa stare allo sportello e per un altro è fare i colloqui? E' mai possibile che (sempre per esempio) l'assistenza economica per un collega significa "orientamento al lavoro"e per un altro "pagare le bollette"?

Non so se mi sono spiegato. Non è un problema di colleghi giovani o anziani. E neanche un problema di nord e sud (cari calabresi, non ci credete affatto quando vi dicono che al nord i servizi funzionano meglio.....hanno solo più soldi, usati per mantenere il consenso politico, tutto quà......). E' un problema di CONTENUTI DI PROFESSIONALITA'. Quella o c'è, o non c'è. Non dipende certo dall'ente o dalla regione o dall'università da cui si è usciti.

Ugo Albano
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Re: Assistente sociale in Calabria...semplice impiegato?

Messaggio da Artamanen »

Grazie tante ugo, hai chiarito molti dubbi che avevo...il servizio sociale deve fare ancora tanta strada e noi tutti dobbiamo impegnarci nel formare un sapere e un linguaggio chiaro e comune a tutti, dobbiamo ancora imparare tanto e trasmettere ciò che già si sa per poter creare un sapere comune...ma questo lo si fa anche tramite il confronto e la discussione di temi importanti alla e per la professione!
Grazie ancora Ugo
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Re: Assistente sociale in Calabria...semplice impiegato?

Messaggio da viola2010 »

Lo ammetto , mi sono iscritta a questo forum, per poter avere un confronto e ..viste le diversità di opinioni ..un contraddittorio con il Dott. Ugo Albano- che non ho il piacere di conoscere personalmente, ma che da quanto è possibile rintracciare su internet , mostra una certa propensione per le nuove tecnologie..
Non ho idea di cosa voglia intendere con "storici" e "giovani", non fornisce un parametro di riferimento..un grande zero.. io forse rientro tra i "giovani" ? non fosse altro per il dato anagrafico! ai posteri l'ardua sentenza..
la conclusione a cui sono giunta, da quando ho inziato a svolgere tale professione, è diametralmente opposta a quanto riportato dall'esimio: una profonda scissione tra chi si è formato negli ultimi anni e che invece è un po più datato..
cerco nel mio piccolo di porre in atto ciò che mi è stato trasmesso nel corso universitario: complessità, confronto tra più punti di vista, empatia /relazione..ecc.ecc non mi fermo alle carte, non mi interessano..
trovo invero nelle più "grandi" un atteggiamento più statico e poco aperto al nuovo.
Cerco sempre di fare bene ciò che mi è chiesto di fare, studio, studio, e ancora leggo cerco nuove soluzioni e nuovi strumenti ma mi imbatto in un modo regolato da "storici" il cui unico interesse pare essere il numero dei colloqui svolti e quante prestazioni sono state fornite senza suscitare le ire dei politici.
Ti sembro un "burocrate"?
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Re: Assistente sociale in Calabria...semplice impiegato?

Messaggio da Artamanen »

Viola...hai ragione! Anche io penso che noi futuri assistenti sociali o "giovani" assistenti sociali (per riprendere ciò che diceva il signor Ugo)siamo in un certo senso più completi e forse abbiamo nuovi strumenti che ci permettono di affrontare la complesse realtà che ci circonde! Ciò che non capivo era la scissione tra gli assistenti sociali "TRADIZIONALISTI" o di vecchio stampo come li vogliamo chiamare e noi giovani...due punti di vista opposti, due modi di vedere la professione diversi..e mi ponevo un quesito:qual è la giusta visione?
Mi sono data una risposta...di certo è che dovrebbe esserci molto più dialogo all'interno della nostra professione e un maggiore confronto come ho già detto..perchè solo così si impara e si cresce! E poi non esiste un modo più giusto di essere asssitente sociale ma semplicente siamo noi a scegliere quali strumenti e competenze utilizzare per rendere più semplice la realtà che ci circonda..e per cercare di creare nuove soluzioni pensate nel lungo termine...
No tu non mi sembri affatto un burocrate!
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ugo.albano
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Re: Assistente sociale in Calabria...semplice impiegato?

Messaggio da ugo.albano »

Carissime,

io eviterei di dare giudizi sulle persone e resterei sul tema.

Ciò per semplice rispetto: io ho nome e cognome, su internet se mi cercate trovate i miei contatti e vedete pure la mia faccia. Lavoro da 28 anni ed il mio lavoro per la professione va oltre il "cartellino marcatempo". Voi con i vostri "nick" non potete restare in penombra e, per questo motivo, vinir autorizzate a dare giudizi gratuiti sulle persone. Almeno vi dichiarate chi siete e a che titolo dite ciò che dite. Ciò solo per chiarezza.

Sul tema: "storici" e "giovani" si riferisce non solo all'età, ma pure alla formazione. Tra gli "storici" lavoriamo tutti mentre tra i "giovani" (solo da qualche anno), c'è disoccupazione e precariato. Noi "storici" veniamo, per la maggioranza, da una formazione iniziale esterna all'università, mentre i "giovani" sono il frutto della formazione universitaria.

Potremmo disquisire all'infinito su chi è meglio e chi peggio, ma non avrebbe senso. Io stesso (ho avuto tirocinanti, sono stato commissario all'università, ed altro....) sarei tentato di giudicarvi in negativo (e di fatti ne avrei, credetemi!), ma cadrei nello stesso errore, quindi me ne astengo.

RIBADISCO che il problema è un altro, anzi sono due:

1) è necessario mostrare una PROFESSIONALITA' MATURA. Ciò significa una buona pratica, un riconoscimento sociale effettivo ed una chiarezza scientifico-metodologica;

2) è altresì improcrastinabile, al nostro interno, parlare un LINGUAGGIO COMUNE, come dicevo sopra.

Se vogliamo parlare nel merito di queste cose, io sono più che disponibile. Il confronto tra colleghi è sempre cosa buona, se però basato sui fatti o su riflessioni propositive.

Buona giornata.

Ugo Albano
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Re: Assistente sociale in Calabria...semplice impiegato?

Messaggio da viola2010 »

Carissimi,
svolgo la professione di a.s., ho lavorato presso enti comunale - per lo più del centro italia- e attualmente lavoro per un ente statale del profondo nord.
Non ho mai svolto alcuna attività di docenza presso alcuna facoltà universitaria, tirocini, ecc.ecc, non ho un curricula lungo 28 anni ...
Mi sono occupata e mi occupo tutt'ora dell'area dei minori, rapporti con tdm, usm, usmi.
Ho una preparazione prettamente universitaria, ma questo non mi sembra che comporti avere un " dimeno" rispetto ad altri che provengono da altre modalità- quali poi? Anzi!
Non mi sembra di aver espresso alcuna opinione o dato giudizi rispetto alla persona del Dott. Albano, tanto più che ho specificato di non aver il piacere di conoscere.
Il tutto non fa altro però che confermare ciò che ho scritto..
a fronte di una richiesta di confronto espressa con termini più che corretti , la risposta è stata "..non ti permettere di giudicare..".
Non si pone l'accento sulla reale questione: come superare questa barriera tra chi, a fronte di una lunga esperienza lavorativa ecc ecc, si pone come detentore del sapere - e chi invece rappresenta altro e questo altro non trova alcun modo di esser espresso, non gli si consente di avere voce.
Per capirsi, ho letto con molto interesse altri post nei quali si richiedeva ad es. gli elementi determinanti per la rilevazione della capacità genitoriale: io mi domando ancora??
Non ci fermiamo al cosa osservare, ormai assodato!! ma :quali strumenti devo utilizzare al fine di ottenere una valutazione che possa essere un minimo "oggettiva"? che possa distinguere il mio agire professionale da quello degli altri operatori coinvolti ( non sono una psicologa, non sono un geometra..), quali gli strumenti che mi consentono di far considerare rilevante tutto il lavoro che ho svolto per rispondere al quesito che mi è stato posto?
Ora davvero mi dispiace se il Dott. Albano ritiene che io mi sia permessa di esprimere giudizi poco carini su di lui, ma di fatto si è riproposto in un forum quanto accade nella realtà.
Noi che chiedamo ai più grandi, veniamoci incontro, provate a sentire anche ciò che abbiamo da dire e i grandi che ci dicono...
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Re: Assistente sociale in Calabria...semplice impiegato?

Messaggio da ugo.albano »

No comment. Vedo che si insiste sempre sullo stesso tasto e con il medesimo stile.

E si resta sempre anonimi.

Troppo facile.

Interrompo qui questo post.

Quel che avevo da dire alla collega calabrese l'ho detto.
Ugo Albano

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Re: Assistente sociale in Calabria...semplice impiegato?

Messaggio da Artamanen »

Mi spiace molto che la discussione nata da una mia semplice curiosità abbia preso questi toni accesi e poco formativi!
Mi spiace che lei signor Ugo, si sia sentito offeso e soprattutto giudicato quando non era proprio questa l'intenzione!
Il nick che utilizziamo in tanti non serve per nascondersi, almeno per quanto mi riguarda. Ho voluto iscrivermi a questo forum per avere semplicemente uno scambio di opinioni su un tema che ci accomuna tutti, non era mio obiettiv principale quello du farmi conoscere e di fare conoscere il mio curriculum...per fare coò ci sono altre sedi!
Dobbiamo dare spazio anche a chi la pensa diversamente da noi...perchè è proprio così che si può maturare e si può cambiare!
comunque...è proprio vero, manca dialogo!
Grazie lo stesso ad entrambi!
viola2010
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Re: Assistente sociale in Calabria...semplice impiegato?

Messaggio da viola2010 »

Non stare a dispiacerti, non ne vale la pena.
per tornare alla tua richiesta inziale è innegabile che svolgere questa professione in alcuni contesti è più complesso e complicato che in altri.
La causa non può essere rintracciata solo in un diverso approccio degli operatori.
Posso portarti la mia esperienza personale, terminata l'università mi sono mossa per "trovare un impiego", ho inviato curriculum e richieste ..in modo cospicuo.
Sono stata invitata a presentarmi ad un colloquio presso una struttura operante in tale Regione, e che dici? son corsa, tutta speranzosa, fiduciosa..vai il mio primo colloquio di lavoro in questo ambito
Risultato, nel corso del suddetto colloquio i tizi si sono premurati di farmi sapere che se volevo lavorare con loro dovevo assicurare una reperibilità pari ad almeno 12 h lavorative al giorno che per tale motivazione era assolutamente necessario che io mi trasferissi nel posto ove tale struttura era ubicata, e mi si richiedeva una disponibilità assoluta nel rispondere alle richieste ( per capirsi mi è stato specificato che tra i mie compiti rientrava ad esempio il dover andare a comprare biancheria intima per gli "ospiti" della struttura e di aspetti un pò professionali nemmeno l'ombra, naturalmente senza alcuna attenzione all'aspetto retributivo ..lavorare per la gloria! )
Io, ho risposto no grazie.
Sicuramente la mia esperienza è stata unica e i servizi in calabria funzionano diversamente, ci saranno da qualche parte delle isole felici, ma ti assicuro cosi è andata.
per esser chiari, non ci trovo niente di male ad attivarsi in casi di necessità per aiutare le persone che si rivolgono ai servizi, l'ho fatto, continuerò a farlo, ci sta anche questo nel lavoro,
ma questo non può essere considerata la premessa o la regola, appartiene alla sfera dell'urgenza.
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