LA VITA IN DIRETTA...PUNTATA DEL 02.12.09

[SILVIA-SI]

Cari colleghi, spero che molti di voi abbiano visto la trasmissione in oggetto, dove per l'ennesima volta figuriamo come rapitori di bambini..mi rammarica che, come sempre, si evidenzino singoli casi, tralasciando tutto il buon lavoro che nel quotidiano la maggior parte di noi svolge, nonostante le risorse, nonostante i vincoli, nonostante...la costante lettura negativa del nostro operato. Non ho visto per intero la trasmissione, ho acceso in ritardo, ma mi è bastato...la frase che più mi ha "ferito professionalmente" è quella di Sposini, secondo cui "sembra che per queste assistenti sociali le famiglie debbano essere perfette"...tra l'altro la collega, Dr.ssa Mastropasqua, ha avuto molta difficoltà a far valere le nostre ragioni nel poco spazio messo a disposizione, spesso è stata interrotta, quasi tacciata di arrampicarsi sugli specchi...Non mi sembra che le famiglie con cui e per cui si lavori siano famiglie da pubblicità del Mulino Bianco...dove sono tutti i progetti di sostegno alla genitorialità? Le collaborazioni tra professionisti per una presa in carico completa e adeguata? E poi, questi assistenti sociali..con questo assoluto potere di decidere in autonomia di portare via figli?..non mi sembra che relazioniamo solo noi ai Tribunali, e per fortuna la cosa è stata esplicitata dalla Dottoressa Cavallo, Giudice Minorile..so che questo è l'ennesimo sfogo, che probabilmente servirà a poco, ma volevo condividere la cosa con voi. Inoltre ieri, quasi sembrava che si portino via i figli anche a chi semplicemente è povero...Per conto mio ho mandato anche una mail alla Nazione, quotidiano che acquisto e all'interno del quale c'è uno spazio dedicato ai lettori, per esprimere le proprie opinioni..Se solo servisse...Grazie per l'attenzione.

[monica1967]

C'era un recente servizio di Panorama che era sulla stessa onda...
Propongo di scrivere una mail di protesta al giornale e alla RAi. Mi piacerebbe scrivere nella mail se qualcuno dei giornalisti ha mai guardato nel profondo degli occhi un bambino abusato leggendovi la tristezza di chi è stato derubato della propria infanzia,se ha mai visto visto dei lividi di maltrattamenti sulle braccine e sui visini e se ne è dovuto andare a casa sua dai suoi figli sereni,sapendo che probabilmente la sera stessa quei piccoli che lasciava in quella casa avrebbero avuto lo stesso trattamento poichè i problemi della famiglia non erano del tutto risolti. Oppure se mai stato in una casa dove i bambini giocano in cucina tra i sacchi di immondizia.

Insomma una lettera dove si elencano tutte le brutture che chi di noi lavora nel settore minori deve vedere ogni giorno.
Sicuramente sarebbe una informazione che toccherebbe anche coloro che non vogliono capire per interessi vari, la relatà del nostro lavoro.
E poi tante firme, corredate di numero di iscrizione all'ordine!!!

[febe86]

condivido con voi....anche basta..
Non bisogna escludere la presenza dei soliti incompetenti, ma non è giusto generalizzare ed esagerare come stanno facendo. Non è la prima trasmissione a parlare di noi in questo modo. No comment -.-

[ugo.albano]

Casa silvia si,

se non sbaglio ci conosciamo......sei veneta, giusto?

Logicamente concordo con tutti nel prendere difesa della professione. MA NON BASTA. Non si tratta di "cattivi giornalisti" contro "assistenti sociali buoni". C'è qualcosa di più su cui vorrei farvi riflettere.

Lo dico essendo io sia assistente sociale, sia giornalista. Il mondo della comunicazione è semplicemente una sedimentazione di "fatti narrati" negli anni. Se (per fare un esempio assurdo) in un anno in TV ci va cento volte il bravo psicologo che aiuta i bambini, dieci volte il bravo prete che anima i bambini all'oratorio e tre volte l'as che "ruba i bambini", qualche "problemino in casa" ce l'abbiamo pure noi.

Infatti il problema è che gli aass NON SANNO COMUNICARE con i giornalisti. Reagiscono solo sulla difensiva a fronte di attacchi, ma di regola NON COMUNICANO in positivo.

Io so fare un bel colloquio? Io so gestire un gruppo di autoaiuto? Io so aiutare le persone in difficoltà? Perchè non lo comunico? Altre professioni lo fanno sistematicamente, noi no.

Io inviterei ad imparare dagli errori, specialmente se questi si ripetono (sono ormai decenni che i giornalisti ci trattano da incompetenti rubabambini) e se pure i politici, su questa lettura, legiferano. IMPARIAMO A COMUNICARE LE BUONE PRATICHE.

INOLTRE: impariamo a comunicare con l'esterno, la professione, a mio modo di vedere, si parla troppo addosso.

Occorre inoltre umiltà. Ci sono tra di noi tanti bravi professionisti che agiscono in scienza e coscienza. Ma c'è pure una parte spesso sciatta, poco professionale e qualche volta pure ostica. Basta farsi un giro su questo forum (o su altri, vedi asit) per fotografare il livello di questa nostra professione. Non siamo tutti uguali, bisogna che ce lo diciamo.

Io non capisco però perchè chi lavora bene comunica poco. Chi invece lavora male è più facile che venga "comunicata".

Comunichiamo quindi il positivo. Cominciamo a scrivere sulle riviste di servizio sociale (in cui scrivono altri, e noi no). Presentiamoci ai talk-show come esperti. Proponiamoci ai massmedia con dei programmi. Che alcuni di noi si specializzino nella comunicazione.

Lamentarsi (tra di noi) è troppo facile. Lamentarsi ex-post (dopo una trasmissione) è spesso troppo tardi. Lamentarsi non serve a niente.

Occorre comunicare, se di positivo c'è in questo lavoro. E' un compito che spetta ad ognuno di noi, non possiamo delegarlo agli altri.

Ugo

[SILVIA-SI]

Caro Ugo, non sbagli, ci conosciamo, solo che sono toscana, non veneta (anche se il mio primo incarico fu a Verona!)...ci siamo conosciuti di persona al convegno a Rimini sull'Assistente Sociale Specialista (marzo 2007). Concordo appieno con quanto dici (scrivendo qui ero certa di una tua risposta al post!) e di fatto corrisponde alla posizione che ha assunto la mia responsabile dopo che ha letto la mail che ho girato a più colleghi possibili..anche lei crede nella necessità di prendere una volta per tutte una posizione seria su quanto ci accade e "ci giudica" intorno, ma una posizione pro-attiva, smettendo di piangerci addosso. Sapevo anche dell'articolo di Panorama, perché fu citato da un collega a un seminario a cui sono stata di recente... Ho girato la mia mail anche al mio Ordine Regionale e a quello Nazionale, poi credo che a livello di zona socio-sanitaria scriveremo qualcosa di ufficiale.
Condivido appieno quando parli di umiltà e quando sottolinei che non siamo tutti uguali..spero di aver lanciato un nuovo spunto per muoversi in una qualche direzione.

[valentina1983]

Casa silvia si,

se non sbaglio ci conosciamo......sei veneta, giusto?

Logicamente concordo con tutti nel prendere difesa della professione. MA NON BASTA. Non si tratta di "cattivi giornalisti" contro "assistenti sociali buoni". C'è qualcosa di più su cui vorrei farvi riflettere.

Lo dico essendo io sia assistente sociale, sia giornalista. Il mondo della comunicazione è semplicemente una sedimentazione di "fatti narrati" negli anni. Se (per fare un esempio assurdo) in un anno in TV ci va cento volte il bravo psicologo che aiuta i bambini, dieci volte il bravo prete che anima i bambini all'oratorio e tre volte l'as che "ruba i bambini", qualche "problemino in casa" ce l'abbiamo pure noi.

Infatti il problema è che gli aass NON SANNO COMUNICARE con i giornalisti. Reagiscono solo sulla difensiva a fronte di attacchi, ma di regola NON COMUNICANO in positivo.

Io so fare un bel colloquio? Io so gestire un gruppo di autoaiuto? Io so aiutare le persone in difficoltà? Perchè non lo comunico? Altre professioni lo fanno sistematicamente, noi no.

Io inviterei ad imparare dagli errori, specialmente se questi si ripetono (sono ormai decenni che i giornalisti ci trattano da incompetenti rubabambini) e se pure i politici, su questa lettura, legiferano. IMPARIAMO A COMUNICARE LE BUONE PRATICHE.

INOLTRE: impariamo a comunicare con l'esterno, la professione, a mio modo di vedere, si parla troppo addosso.

Occorre inoltre umiltà. Ci sono tra di noi tanti bravi professionisti che agiscono in scienza e coscienza. Ma c'è pure una parte spesso sciatta, poco professionale e qualche volta pure ostica. Basta farsi un giro su questo forum (o su altri, vedi asit) per fotografare il livello di questa nostra professione. Non siamo tutti uguali, bisogna che ce lo diciamo.

Io non capisco però perchè chi lavora bene comunica poco. Chi invece lavora male è più facile che venga "comunicata".

Comunichiamo quindi il positivo. Cominciamo a scrivere sulle riviste di servizio sociale (in cui scrivono altri, e noi no). Presentiamoci ai talk-show come esperti. Proponiamoci ai massmedia con dei programmi. Che alcuni di noi si specializzino nella comunicazione.

Lamentarsi (tra di noi) è troppo facile. Lamentarsi ex-post (dopo una trasmissione) è spesso troppo tardi. Lamentarsi non serve a niente.

Occorre comunicare, se di positivo c'è in questo lavoro. E' un compito che spetta ad ognuno di noi, non possiamo delegarlo agli altri.

ciao Ugo ti avevo telefonato, al cellulare che mi hai dato qualche tempo fà. Mi ha risposto un altra persona comunque molto gentile che mi ha aiutato in alcune mie problematiche.
peccato che non hai risposto tè.

[Nazg]

IMPARIAMO A COMUNICARE LE BUONE PRATICHE.

Si parla troppo poco di assistenti sociali felici di fare il loro lavoro e che riescono a portare avanti buone prassi significative, perchè?
Secondo me molti AS si rintanano nel loro ufficio e non trasmettono il proprio sapere, quando hanno finito le loro ore di lavoro chiudono i neuroni e pensano che la vita fuori sia sconnessa dal lavoro.
Invece, sempre a parer mio, non ci si può incasellare, si deve sempre cercare una qualche forma di apprendimento personale e professionale a prescindere dalla ore di servizio effettivo. Maturare questa percezione di sè porterebbe a valorizzare la propria immagine di AS perchè si sarebbe più predisposti a trasmettere quello che di bello c'è nell'esperienza lavorativa (dalla chiacchierata con il vicino di casa alla voglia di scrivere articoli di servizio sociale) e si diventerebbe anche capaci di viverla con uno spirito critico e proteso al miglioramento.

[SILVIA-SI]

Cara Nazg, la penso come te...credo anche, però e purtroppo, che in alcuni casi le nostre condizioni lavorative ci portino a una tale saturazione, che viene conseguente il voler staccare del tutto una volta "timbrato il cartellino" ...parlo un po' per cognizione di causa, perché ultimamente ho un carico di lavoro tale, che già sono costretta a lavorare oltre orario e cresce il desiderio di ritagliarsi "spazi di vita" che esulano da tutto ciò che è servizio sociale! ciò non mi toglie però il desiderio di scambio e confronto con colleghi, la voglia di mettersi alla prova in contesti diversi (docenze a corsi, seminari...)...io ti reputo un ottimo esempio di ciò che possiamo fare per rinnovare la professione...ti pare poco un sito come quello che avete messo in piedi voi? le assistenti sociali-dame di carità dell'immaginario collettivo non chattano, non mandano mail, non scrivono sui forum...già il fatto che esista assistentisociali.org è sintomo di una nostra riqualificazione...
A livello informativo, per chi abita in zone in cui il quotidiano è accessibile, vi informo che su La Nazione di oggi, pagina 12 (regione Toscana e Umbria, mi sembra...), nello spazio dedicato alle lettere al direttore, è stata pubblicata la mia mail!
Un saluto

[Nazg]

.io ti reputo un ottimo esempio di ciò che possiamo fare per rinnovare la professione...ti pare poco un sito come quello che avete messo in piedi voi? le assistenti sociali-dame di carità dell'immaginario collettivo non chattano, non mandano mail, non scrivono sui forum...già il fatto che esista assistentisociali.org è sintomo di una nostra riqualificazione...

mi fai arrossire!
Comunque sono convinta che bisogna dire un grande grazie a te e a tutti coloro che danno il proprio contributo per la crescita del portale (e quindi anche della comunità professionale)