Sindrome da SUPERMAN??

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didi77
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Sindrome da SUPERMAN??

Messaggio da didi77 »

Cari colleghi, vorrei la vostra opinione su un caso di cui mi sto occupando,e soprattutto sul ruolo del servizio sociale in un caso come questo. Premetto che lavoro in un piccolo Comune. Il caso è quello di un anziano, di 65 anni, colpito da un ictus, attualmente ricoverato in una struttura riabilitativa, in dimissione il prossimo mese. L'anzianom che dovrà fare terapia ambulatoriale, e che non sarà completamente autonomo, non può tornare a vivere nella propria abitazione, dove vive in affitto, in quanto la stessa non è assolutamente idonea, tanto da avere anche ricevuto un avviso di sfratto. Ora, i familiari, due fratelli, non sono disponibili a ospitarlo, pur avendone la possibilità materiale; cercare un'altra casa è quasi impossibile, dato che lui non ha un lavoro fisso, e nel comune dove lavoro è difficilissimo trovare case in affitto. Io e l'ass. soc. della struttura abbiamo provato a proporgli un inserimento in un'altra struttura, dopo la dimissione dalla clinica, ma lui non ne vuole sentire. In casi come questi, qual'è il ruolo del servizio sociale? Quali gli strumenti ?? Mi chiedo fino a che punto l'assistente sociale possa fare miracoli...Voi che ne dite?
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ugo.albano
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Re: Sindrome da SUPERMAN??

Messaggio da ugo.albano »

Nei film di superman c'è l'eroche che salva e la vittima che vuole essere salvata.

Nel caso specifico il signore in questione o non vuole essere salvato, o ha una sua idea di salvezza. Poi, come al solito, si tratta di casi clinici che, invece di avere un prosieguo terapeutico (con i postumi da ictus), viene "sbolognato" ai servizi sociali.

CONSIGLIO sempre ai colleghi, in questi casi, di mettere al centro la persona ed i suoi bisogni e non i bisogni dell'ospedale (risparmiare soldi per i ricoveri) o del politico (immagine,...avere in giro un barbone malato.....).

Se il signore ha una sua idea della sua vita, che se la faccia. Io posso solo offrirgli delle opzioni (che costanoi pure), ma non imporre alcunchè.

Il problema è che dobbiamo noi stessi non considerarci superman. Se altri ci costringono a farlo, che ci diano le risorse. Altrimenti andiamo a trattare gli "impossible cases": pure superman non può farci nulla.

Ugo Albano
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Nazg
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Re: Sindrome da SUPERMAN??

Messaggio da Nazg »

secondo me bisogna riportare il tutto alla realtà dei fatti.
se ci sono delle opportunità ci si deve basare su quelle prima di tutto, perchè non si può sempre assumere un ruolo di inventore di risorse.
all'utente sui deve dire cosa si può fare o non si riesce a fare, e così vale per la famiglie e gli altri servizi...
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didi77
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Re: Sindrome da SUPERMAN??

Messaggio da didi77 »

Hai ragione Ugo, spesso siamo noi i primi a considerarci dei superman....questo è un mio problema, con cui devo fare i conti spesso nel lavoro quotidiano...
Grazie per la risposta e il consiglio....Buon lavoro
elisa81
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Re: Sindrome da SUPERMAN??

Messaggio da elisa81 »

concordo anch'io su tutto quello detto ma non dimentichiamoci che noi dobbiamo lavorare sulla relazione! oltre a mettere la persona a conoscenza delle risorse e dei percorsi che lui può o meno accettare la cosa più importante è ragionare con lui sul futuro riportandolo alla realtà poi sceglierà lui ma l'importante, secondo me, è che sappia che se cambia idea e vuole nessuno gli chiude la porta in faccia ma siamo sempre disponibili ad accompagnarlo in un percorso di vita
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Re: Sindrome da SUPERMAN??

Messaggio da agata76 »

ciao didi 77 allora la mia collega ha un caso simile ancora più grave perchè il nostro "testone" ha 50 anni, nessun parente tenuto per legge, casa inagibile, reddito di 250 Euro.
anche la nostra proposta sarebbe, in attesa di reperire un nuovo alloggio con una badante, l'inseriemnto in una struttura perchè attualmente necessita di assistenza continua.
La reazione è stata di urli e imprecazioni dicendo che piuttosto si ammazza ma dovrà accettarlo perchè non ci sono attulamente altre possibilità e in mezzo alla strada non non possiamo lasciarlo perchè non vorrebbe dire tutelarlo.
E' triste la sua situazione ma per un periodo deve accettare l'aiuto del servizio perchè è l'unico che ha.
Nel tuo caso i fratelli non possono rifiutarsi di aiutarlo: non lo vogliono in casa? ok allora contribuiscono in qualche altro modo perchè sono tenuti per legge!!
Se non è autosufficiente non lo puoi far decidere a lui se le sue decisioni non lo tutelano.
Sicuramente porterai il caso in U.V.M. perchè la decisione e il PAP va fatto in equipè (mai da soli se c'è anche il problema sanitario).
ciao
didi77
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Re: Sindrome da SUPERMAN??

Messaggio da didi77 »

Cara Agata, ho letto solo oggi la tua risposta...Secondo me la questione è più complessa...nel senso che il mio utente è si non autosufficiente, ma bada che è capace di intendere e di volere, non è mica interdetto..per cui l'inserimento in una struttura residenziale la deve accettare lui, anzi direi che deve condividere la decisione...non possiamo obbligare nessuno...E' proprio questo il punto dolente, secondo me; che spesso ci sia aspetta( gli amministratori, la comunità....) che noi facciamo l'impossibile.....Parlavi di UVM, giusto?? e di decisioni condivise con i servizii sanitari...Non so dove tu lavori, io lavoro in Sardegna e ti assicuro che il lavoro di rete con il sanitario è ancora ( purtoppo), un 'utopia...le Unità di Valutazione Territoriale ( così vengono chiamate da noi) si riuniscono solo in casi eccazionali e per progettare interventi specifici.....noi ass. sociali dei Comuni siamo lasciati completamente soli....ahimè.....
agata76
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Re: Sindrome da SUPERMAN??

Messaggio da agata76 »

didi77 ha scritto: Non so dove tu lavori, io lavoro in Sardegna e ti assicuro che il lavoro di rete con il sanitario è ancora ( purtoppo), un 'utopia...le Unità di Valutazione Territoriale ( così vengono chiamate da noi) si riuniscono solo in casi eccazionali e per progettare interventi specifici.....noi ass. sociali dei Comuni siamo lasciati completamente soli....ahimè.....

io lavoro in Toscana e nonostante si stà andando verso la costituzione della Società della Salute (sociale e asl sotto lo stesso tetto per intenderci) la collaborazione non sempre è semplice ma la Regione Toscana investe molto sulla non autosufficienza dando la possibilità di attivare paccheti integrati, ricoveri di sollievo.
giustamente te dici che il tuo utente è in grado di intendere e volere così come il nostro ma noi dobbiamo fare il possibile per convincerlo poi sarà anche il medico ha dichiarare se il suo paziente può essere assistito a domicilio o meno la responsabilità dal punto di vista sanitario è sua noi dobbiamo solo garantire l'assistenza.
Immagino che non sia facile soprattutto se si è soli... in bocca al lupo
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