dubbio

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sekywa
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dubbio

Messaggio da sekywa »

si parla di pei (piano educativo individuale) e non di pai (piano di assistenza individuale) solo perchè l'utente è un minore e quindi è una questione di forma, oppure c'è di più??
devo sperimentarmi nell'elaborazione di un progetto educativo, mi hanno spiegato come sono soliti organizzarlo e quindi mi hanno dato la tabella in cui devo inserire aree d'intervento etc etc...ma mi chiedo, domanda forse un po' stupida, c'è un metodo per fare un progetto educativo??quello che mi viene da fare è ricorrere all'osservazione, al diario delle consegne e alle relazioni ma è il modo giusto??
il mio è praticamente un "compitino a casa" nel senso che il pei per quel bambino è già stato fatto in equipe, l'as vuole vedere se sono in grado di farlo, di poter dare il mio contributo all'equipe dopo un tot di ore di tirocinio e se so cogliere effettivamente qualcosa di significativo!!!
altra cosa, nel pei oltre alle problematiche relative alle varie aree, vanno inserite le stretegie con cui si intende far fronte ai vari problemi??ho notato che nella tabella esempio non c'erano, io d'istinto le avrei messe...se io sono nuova e leggo il pei per la prima volta posso avere in mente modi diversi per raggiungere gli stessi obbiettivi e siccome è un lavoro d'equipe in teoria si dovrebbe arrivare ad una strategia comune...help help help
sekywa
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Re: dubbio

Messaggio da sekywa »

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ugo.albano
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Re: dubbio

Messaggio da ugo.albano »

Generalmente i pedagogisti tendono a distinguere PEI e PAI, io personalmente sono contrario, perchè sia i progetti educativi, sia quelli assistenziali, possono stare in un unico progetto. Quanto di "assistenziale" è educativo e viceversa? E poi cos'è "assistenziale", se non è educativo, visto che parliamo di persone e non di "pezzi di carne"? Ciò per dire che nella mia pratica sono solito redarre PEI, anche per handicappati gravi i quali, con i giusti stimoli, di competenze ne mostrano, eccome!!!!

Comunque, tutte cose che all'università non fate, Michela, o sbaglio?

Veniamo a noi: ogni percorso in struttura dovrebbe sottostare a PEI. Si parte dalle competenze che il soggetto ha e quelle che vanno recuperate e si stabiliscono delle "aree", generalmente connessi ai bisogni, p.e. area dei bisogni primari, area relazionale, area lavorativo/scolastica, ecc.. IN QUESTE ARREE cioè si lavora, e non su altre. Per ogni area si fissano degli obiettivi, che sono quelli della struttura. Alla fine del percorso o in itinere si misura il raggiungimento dell'obiettivo ed il più generale miglioramento della persona, ciò sia per attestare la bontà del percorso, sia per giustificare la spesa.

PER ESEMPIO: se viene inserito un minore a seguito di incuria del genitore, va fotografato all'inizio il grado di esecuzione delle cure di sè, vanno posti obiettivi (p.e. addestrarlo a lavarsi) e poi il tutto va verificato nel tempo, in modo che, fuoriuscito dal percorso, lui sappia gestirsi. Beninteso è solo un obiettivo pratico, il quale va comunque collegato ad altri obiettivi. A me interessa che la lacuna competenziale venga recuperata. Se il tutto funziona con il recupero competenziale di cura del genitore, è dopo che posso proporre un ritorno in famiglia. Il Giudice, infatti, per decretare la revoca delle prescrizioni, deve veder recuperati sia la competenza genitoriale, sia l'abilità del minore. E' un esempio.

Che il PEI ci sia non è per nulla scontato. Anzi, spesso nelle strutture c'è (per Legge!), nei servizi un pò meno, per mia esperienza. E capita infatti che ci si dimentichi i minori in struttura....... fino al sollecito del TM..... capita.... E quando arriva, è molto importante IN BASE A QUALE PEI verificare il percorso. Che verifico, sennò??

Quindi, tornando a te, mi sembra interessante che tu ti cimenti con i PEI dei minori seguiti, perchè hai modo di fotografare come questi stanno, tra un prima ed un poi.

Uhm, spero di averti risposto......

Ugo

Ugo
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Re: dubbio

Messaggio da sekywa »

in realtà il mio dubbio scaturisce dal fatto che:

- nel PEI curano più il lato educativo, dedicato solo al minore, mentre il lato più assistenziale che dovrebbe coinvolgere anche la famiglia e quindi un lavoro sul nucleo non viene fatto perchè compito del servizio sociale comunale (avrò sicuramente usato una terminologia impropria, ma era x far capire la separazione che è netta ti assicuro).

- le difficoltà nello scriverlo poi, le ho perchè non si sa verso cosa si sta andando (adozione, rientro in famiglia, ulteriore periodo in struttura??) gli operatori sono molto coinvolti a causa di spiacevoli eventi capitati con i genitori e battono sempre sullo stesso punto attuando una strategia di muro contro muro, (io non vedo vie d'uscita, rischio di scrivere cose attuabili nella pratica ma che scarterebbero subito) delegano tutti i compiti al servizio sociale e poi perchè le cose cambiano di girono in giorno e non sempre mi arrivano le informazioni.

- altra difficoltà, ma dipendono da me, è che mi sembra inutile scrivere l'obbiettivo e come verrà aiutato il minore in generale senza scrivere modi e tempi...sembra un'enuciazione di principi senza fondamento pratico, per esempio, ha difficoltà nella lettura?si aiuterà il minore giornalmente durante lo svolgimento dei compiti o con letture extra (in modo creativo possibilmente). altra difficoltà deriva dalla domanda: deve esserci un qualche raccordo con il modello utilizzato nel lavoro??

- nell'incontro di supervisione d'equipe alcuni elementi sono emersi grazie al supervisore (assistente sociale) che ha proposto una prospettiva del tutto diversa del problema con nuove strategie e soluzioni (non c'è niente da fare tutta la fetta del "lavoro sociale" manca) le stesse che io avrei scritto sulla mia bozza di PEI, ma non sembrano essere accettate.

alla fine l'ho fatto con pezzi mancanti e incompleti (la documentazione di riferimento non era recente ed era incompleta), mi sembrava di scrivere solo cose negative sul bambino seguendo il loro modello...
insomma io un lavoro così non intendo presentarlo è pessimo, è voler far uscire un vaso di porcellana dall'incollaggio di pezzi vetro..non so se dirlo al mio supervisore senza presentare nulla, o far vedere quella roba pessima specificando le difficoltà incontrate..non so se capirà le difficoltà incontrate!!

...mi sa che il titolo del post doveva essere 1000 dubbi!!!

grazie per la tua infinita pazienza ugo :wink:
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