differenze
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buon giorno ..vorrei dei chiarimenti riguardo la differenza tra il colloquio dell'assistente sociale con il minore e quello dello psicologo...grazie in anticipo
Re: differenze
Ciao titty....premetto che la mia risposta sarà da un punto di vista/studio meramente accademico, dato che non ho esperienza professionale.
Sicuramente una prima differenza sta nel porre una diversità fra ruoli professionali: tra AS e psicologo.
Il campo di intervento di ambedue può essere facilmente mal interpretato e cioè, entrambe hanno a che fare con la persona che generalmente si trova in una condizione di disagio, di sofferenza sia essa psichica o fisica, oltre ad utilizzare a volte strumenti comuni quali: l'osservazione del contesto di appartenenza, che potrebbe conseguire in una relazione comportamentale relativa ad esempio, a un gruppo familiare nel quale il minore è inserito, oppure lo stesso strumento del colloquio. Quindi apparentemente l'operatività come nella maggior parte delle volte, può risultare ambigua e piena di incertezze ( prova a chiedere a qualcuno cosa realmente fa l'assistente sociale e cosa fa lo psicologo).
Come potrai immaginare c'è una differenza abissale fra il colloquio gestito dall' AS e dallo psicologo, in particolare con una utenza minore. Una prima distinzione sta nel fatto che l'oggetto di studio e di analisi della psicologia è la mente dell'uomo; non è così per il servizio sociale il quale fonda le sue radici di studio, nel percorso di socializzazione del cittadino e sulle difficoltà che quella via potrà recare.
Lo psicologo durante il colloquio cerca di capire , di interpretare, di analizzare ciò che l'altro sta vivendo al fine di individuare quelle microfratture, le quali causano o hanno causato quello stato di " malessere " ed è in ciò che successivamente lo psicologo opera . L'assistente sociale non ricerca il problema nel passato dell'utente, esso è in stretto rapporto con la realtà osservata e non percepita ( come nel caso della psicoanalisi dove si lascia spazio all'interpretazione); perciò lo strumento del colloquio di servizio sociale è utilizzato al fine di creare innanzitutto, un rapporto di fiducia con un utenza sia minorenne sia con una più adulta, oltre a far sentire l'altro accolto. L'assistente sociale è chiamato quindi ad effettuare una attenta valutazione di quella specifica e singola situazione osservata; da questo successivamente si arriverà ad organizzare un progetto di aiuto, il quale per esempio potrà chiamare in causa anche la professionalità dello psicologo....
Sicuramente una prima differenza sta nel porre una diversità fra ruoli professionali: tra AS e psicologo.
Il campo di intervento di ambedue può essere facilmente mal interpretato e cioè, entrambe hanno a che fare con la persona che generalmente si trova in una condizione di disagio, di sofferenza sia essa psichica o fisica, oltre ad utilizzare a volte strumenti comuni quali: l'osservazione del contesto di appartenenza, che potrebbe conseguire in una relazione comportamentale relativa ad esempio, a un gruppo familiare nel quale il minore è inserito, oppure lo stesso strumento del colloquio. Quindi apparentemente l'operatività come nella maggior parte delle volte, può risultare ambigua e piena di incertezze ( prova a chiedere a qualcuno cosa realmente fa l'assistente sociale e cosa fa lo psicologo).
Come potrai immaginare c'è una differenza abissale fra il colloquio gestito dall' AS e dallo psicologo, in particolare con una utenza minore. Una prima distinzione sta nel fatto che l'oggetto di studio e di analisi della psicologia è la mente dell'uomo; non è così per il servizio sociale il quale fonda le sue radici di studio, nel percorso di socializzazione del cittadino e sulle difficoltà che quella via potrà recare.
Lo psicologo durante il colloquio cerca di capire , di interpretare, di analizzare ciò che l'altro sta vivendo al fine di individuare quelle microfratture, le quali causano o hanno causato quello stato di " malessere " ed è in ciò che successivamente lo psicologo opera . L'assistente sociale non ricerca il problema nel passato dell'utente, esso è in stretto rapporto con la realtà osservata e non percepita ( come nel caso della psicoanalisi dove si lascia spazio all'interpretazione); perciò lo strumento del colloquio di servizio sociale è utilizzato al fine di creare innanzitutto, un rapporto di fiducia con un utenza sia minorenne sia con una più adulta, oltre a far sentire l'altro accolto. L'assistente sociale è chiamato quindi ad effettuare una attenta valutazione di quella specifica e singola situazione osservata; da questo successivamente si arriverà ad organizzare un progetto di aiuto, il quale per esempio potrà chiamare in causa anche la professionalità dello psicologo....
Daniele Chiarini
Re: differenze
grazie...è stato chiarissimo ... se posso approfittare posso chiederle : quanto un disegno o il gioco possono essere utile per l'indagine psico sociale dell' assistente sociale rispetto lo psicologo??
Re: differenze
Il disegno, il gioco, rientrano nello strumento della ludoterapia e cioè: l'uso sistematico di un modello teorico per stabilire un processo interpersonale in cui i play therapists usano il potere terapeutico del gioco, per aiutare i “clienti” a prevenire o risolvere eventuali problemi psicosociali e a realizzare una crescita e uno sviluppo ottimali. Il fine di ciò è la diagnosi che generalmente è attuata dallo psicologo per comprendere e determinare le multi-causalità della patologia stessa.
Ancora una volta abbiamo due ruoli completamente diversi nell'utilizzo di attività ludiche in un contesto psico-sociale; da una parte troviamo un' professionista psicologo che svolge, come ho appena citato sopra, una diagnosi sociale; mentre dall'altra l'assistente sociale che ad esempio: potrà utilizzare questa tecnica per favorire il processo di inclusione sociale o una integrazione relazionale del bambino/adulto, in un gruppo di lavoro ( es. elaborazione disegno che ti rappresenta ). Quindi in questo ultimo caso abbiamo un professionista che si occupa più della parte sociale e relazionale dell'utente.
Ancora una volta abbiamo due ruoli completamente diversi nell'utilizzo di attività ludiche in un contesto psico-sociale; da una parte troviamo un' professionista psicologo che svolge, come ho appena citato sopra, una diagnosi sociale; mentre dall'altra l'assistente sociale che ad esempio: potrà utilizzare questa tecnica per favorire il processo di inclusione sociale o una integrazione relazionale del bambino/adulto, in un gruppo di lavoro ( es. elaborazione disegno che ti rappresenta ). Quindi in questo ultimo caso abbiamo un professionista che si occupa più della parte sociale e relazionale dell'utente.
Daniele Chiarini