assistente soc. specialista e servizio sociale ospedaliero

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lelap88
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assistente soc. specialista e servizio sociale ospedaliero

Messaggio da lelap88 »

Salve a tutti,

sto per laurearmi alla magistrale in progettazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali e ho da poco terminato il tirocinio presso l'ospedale della mia città.

La mia è stata un'esperienza molto interessante dal punto di vista umano ma soprattutto professionale, ho toccato con mano la tanto declamata integrazione socio-sanitaria, l'importanza del ruolo dell'assistente sociale nei contesti di cura nella progettazione di interventi individuali ma anche nell'attivazione della rete territoriale per la predisposizione di percorsi di aiuto.

Nonostante l'esperienza decisamente positiva, incomincio a coltivare dei dubbi circa il fatto che io possa aver svolto un'esperienza coerente con la magistrale e allora chiedo a voi cosa ne pensate, cioè se un'assistente sociale specialista ha "senso" con le sue competenze dirigenziali e di progettazione all'interno del servizio sociale ospedaliero o meno.

Ringrazio chi vorrà aiutarmi a sciogliere i miei dubbi.
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ugo.albano
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Re: assistente soc. specialista e servizio sociale ospedalie

Messaggio da ugo.albano »

Infatti, che senso ha?

I (pochi) colleghi in Ospedale generalmente (lo dico brutalmente, così ci capiamo) si occupano di "liberare i letti". La dimissione prevede sempre un iter di cura a casa ex post, in cui però - parliamo di malattia, ovvia!- l'aspetto sanitario è determinante.

Personalmente ritengo questa funzione alquanto fuori-luogo per gli assistenti sociali.

Ora che un assistente sociale specialista faccia ciò, a me pare assai riduttivo. Programmare e gestire i servizi è tuttaltro che stare a "liberare i letti" su "ordine del medico" (o, come avviene più spesso, su ordine dell'infermiere).

Come avrai capito, io NON CREDO assolutamente alla (barzelletta della) integrazione sociosanitaria. Ma sono un'eccezione.

Saluti.
Ugo Albano

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lelap88
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Re: assistente soc. specialista e servizio sociale ospedalie

Messaggio da lelap88 »

Quello di cui parla ritengo sia un aspetto del lavoro dell'assistente sociale in ospedale. Il lavoro non si riduce solo alle DOP, vi sono le segnalazioni dal reparto per i bambini nati con crisi d'astinenza, di persone senza tetto che arrivano al pronto soccorso, colloqui con l'utente o con il familiare per informarlo sulle procedure per accedere a determinati servizi (trasporto per pazienti oncologici ecc.).
Ora, che l'ass.soc. inserita in ospedale abbia le mani legate per alcuni aspetti è verissimo, basti pensare che tutto ciò che riguarda il territorio è "offlimit", ma se vi è una rete che funziona il suo lavoro può essere veramente indispensabile per garantire una valutazione che non sia prettamente clinica del bisogno del paziente.
si, si parla innanzitutto di malattia, è vero, ma lei mi insegna che dietro questa c'è una persona con dei bisogni che spesso vanno ben al di là delle cure mediche e che il personale sanitario non è preparato ad affrontare.
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