Consiglio etico nell'ambito delle adozioni..

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Lithium
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Consiglio etico nell'ambito delle adozioni..

Messaggio da Lithium »

Non sono ancora assistente sociale, sono al terzo anno, ma l'anno scorso (durante il mio periodo di tirocinio in un centro adozioni) ho visto questo caso con il mio supervisore. Non ho mai saputo come si fosse concluso, dato che il periodo di tirocinio è finito prima, e per questo volevo sapere come avreste affrontato voi questa situazione, perché io per prima mi sono posta dei dilemmi non indifferenti.
Il caso è questo:
I genitori di un ragazzo di 18 anni da poco compiuti (già conosciuto al servizio perché adottato a circa 2 anni tramite adozione nazionale e avente problemi nella famiglia adottiva) chiamano per avvisarci che M. è scappato di casa alla ricerca dei suoi genitori naturali e da 24 ore non se ne hanno tracce.
Questo evento, a dirla tutta, era stato preannunciato da M. stesso in un colloquio con la Psicologa e l'Assistente Sociale del servizio che hanno tentato di dissuaderlo nell'impresa.
Pochi giorni dopo viene ritrovato e ad un successivo colloquio ribadisce il desiderio di voler fuggire, dicendo di aver fatto ricerche su internet avvalendosi di siti che pare diano la possibilità di ricercare i propri genitori naturali.
Il dilemma sta nel fatto che il servizio (e la Psicologa in primis che aveva seguito precedentemente i genitori) conosce l'identità dei suoi genitori.
Cosa sarebbe giusto fare? parlare con i genitori (che per altro conoscono anche loro l'identità dei genitori) e prendere in considerazione l'idea di parlarne con il ragazzo? ci sono i presupposti di grave e compromessi motivi che mettano in pericolo il ragazzo? Oppure il segreto professionale va rispettato anche in questa occasione?

So che sembra una situazione paradossale.. ed è proprio per questo che trovandomici di fronte non avrei avuto idea (in quanto operatore) su come comportarmi.
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ugo.albano
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Re: Consiglio etico nell'ambito delle adozioni..

Messaggio da ugo.albano »

Il quesito, più che etico, è giuridico: la Norma non permette di rivelare la paternità naturale. E' per questo che il collega deve stare "abbottonato", si tratta di segreto d'ufficio (e non segreto professionale.....).

Il fatto che gli adottati cerchino le radici è un "classico" che cozza contro l'attuale normativa. Il compito dei colleghi è appunto contenere questo bisogno a fronte di una positività del processo di attaccamento ai genitori adottivi.

Il problema nasce spesso dalle adozioni "andate a male", in cui la fuga non è solo "verso le radici", ma da una "famiglia (adottiva)" che non ha funzionato.

Spesso le "radici" son ci sono: se trattasi di adozione nazionale e se il Giudice ha dovuto dichiarare lo stato di adottabilità a seguito di decadenza (quando in Italia tutto ciò lo si fa raramente) e se questo allora era un adolescente, al 100% ci sono stati fatti gravissimi, dalla violenza estrema allo sfruttamento sessuale, posso immaginare.

Quindi è una fuga verso il "vuoto", o, per essere più preciso, un "ritorno dagli aguzzini". In tal senso il forte bisogno di contenerlo su un percorso più sano. Se poi scappa pure dalla famiglia adottiva, è probabile ci sia una forte componente psichiatrica....

Saluti.
Ugo Albano

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