Buongiorno a tutti,
mi trovo a scrivere dopo un lungo dibattito interiore circa l'argomento che ora vi spiego.. Sono laureatata da un anno e ho l'iscrizione all'albo da Luglio..lavoro proprio pari a 0,00000... I concorsi sono fattibili ma chiaramente non avento esperienza pratica non vinco mai.. ora mi hanno offerto un lavoro come educatrice presso una comunità terapeutica per adolescenti con problemi psichiatrici. Ho deciso di accettare solo per il fatto che mi propongono un mese di prova al termine del quale credo proprio che non rinnoverò il contratto. Mi sento molto svalutata ma vedo sul forum che molti si trovano nella mia stessa situazione. ma secondo voi ha senso che un'assistente sociale faccia l'educatore professionale??io vi dirò che se un educatore dovesse essere assunto come a.s. mi arrabbierei e innervosirei abbastanza.. consiglio..ho fatto bene ad accettare??
grazie a tutti in anticipo..
silvi
dilemma
Re: dilemma
Anche io, laureata in Servizio sociale, lavoro in una comunità per minori, assunta come educatrice. Ti posso dire che l'équipe è composta prevalentemente da psicologi e l'unica sociale sono io, non c'è nessun educatore!! Secondo me questo lavoro è una buonissima palestra x allenare le capacità relazionali tipiche dellA.S..... un'ottima gavetta. A me piace l'idea che si oltrepassino le specificità professionali, ovvio senza perderle di vista. Credo che il sociale, come ambito lavorativo, vada inteso in senso allargato e che le settorialità o categorizzazioni siano, oltre che presuntuose, inefficaci. Io mi sento A.S. per principio e non ho bisogno di un ruolo professionale definito che me lo ricordi e che, in un certo senso, mi protegga da relazioni professionali connotate da forti implicazioni emotive. Concludendo, credo che con il lavoro sociale residenziale si entri maggiormente in contatto con le problematiche, si sta come "in trincea" e questo è un ottimo modo per costruirmi a poco a poco un'identità professionale forte e per conoscere i problemi da vicino.
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Re: dilemma
Cara Silvia,
ognuno vuole fare quello per cui ha studiato. Se però le condizioni del mercato richiedono di fare delle scelte, io inviterei ad essere flesibili.
La "flessibilità" voi giovani vivetela anche in senso positivo. Fare l'educatore non è un ripiego, ma è un buon modo di entrare nel terzo settore. Contaminarsi con altri ruoli è pur sempre fonte di sviluppo di competenze.
Io credo, inoltre, che dobbiamo uscire da una certa rappresentazione mentale del'"assistente sociale", che è quella persona dietro le scrivanie nei Comuni. Quel tipo di lavoro, oltre al fatto che non c'è più, non ha mercato. Quanto dell'attuale educatore è stato tipico dell'assistente sociale in passato?
Hai fatto bene ad accettare, ma vedila come una crescita, personale e professionale. Fai esperienza e ti pagano. Nulla vieta, poi, che tu non ti giochi in quel contesto come assistente sociale. Nulla ti vieta di cambiare, se nel frattempo trovi di meglio.
Ugo Albano
ognuno vuole fare quello per cui ha studiato. Se però le condizioni del mercato richiedono di fare delle scelte, io inviterei ad essere flesibili.
La "flessibilità" voi giovani vivetela anche in senso positivo. Fare l'educatore non è un ripiego, ma è un buon modo di entrare nel terzo settore. Contaminarsi con altri ruoli è pur sempre fonte di sviluppo di competenze.
Io credo, inoltre, che dobbiamo uscire da una certa rappresentazione mentale del'"assistente sociale", che è quella persona dietro le scrivanie nei Comuni. Quel tipo di lavoro, oltre al fatto che non c'è più, non ha mercato. Quanto dell'attuale educatore è stato tipico dell'assistente sociale in passato?
Hai fatto bene ad accettare, ma vedila come una crescita, personale e professionale. Fai esperienza e ti pagano. Nulla vieta, poi, che tu non ti giochi in quel contesto come assistente sociale. Nulla ti vieta di cambiare, se nel frattempo trovi di meglio.
Ugo Albano
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Re: dilemma
vi ringrazio davvero di cuore per le vostre celeri risposte.. non capisco perchè mi sento così insicura, così impaurita di provate questa nuova realtà...comunque vi ringrazio davvero perchè mi aiutate a farmi coraggio!!!!
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Re: dilemma
io direi che ci vuole coraggio per affrontare nuove esperienze, ed è importante cogliere quelle che ci possono aiutare a migliorarci professionalmente.
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